Vista la quantità di vocaboli stilosi e non, mi sembrava utile fornirvi di un vademecum per imparare il linguaggio universale della moda, ossia tutte quelle parole internazionalmente riconosciute e indispensabili a tutte noi per muoverci con consapevolezza nel luccicante universo dello shopping femminile.
Quindi, se siete fashion addicted (e tra poco scopriremo cosa vuol dire) vi consiglio di continuare nella lettura e magari potrete suggerirmi anche qualche nuovo termine per integrare questa guida, ma attenzione a non strafare con i neologismi perché si rischia di diventare incomprensibili. Io mi sono fatta aiutare un po’ da alcuni siti come Vanity Fair.
IL LINGUAGGIO DELLA MODA – L’ABC
DALLA A ALLA C
- APPEAL: parola inglese che significa “attrazione” e sta a sottolineare il fascino di una persona o anche l’eleganza di un outfit.
- AFFORDABLE: significa “a prezzo accessibile”, quindi riferita a quella categoria di abbigliamento che tutte noi possiamo permetterci senza spendere dei capitali!
- ALL OVER: è un termine che si usa quando stampe, ricami o applicazioni ricoprono interamente il capo di abbigliamento o l’accessorio. Molte grandi firme usano questo metodo per rendere inconfondibili le loro creazioni (ad esempio Louis Vuitton e Gucci).
- ATHLEISURE: termine che identifica tutti quei capi solitamente usati per fare sport e che invece vengono indossati anche in situazioni quotidiane o addirittura formali, come ad esempio i leggings, le felpe con cappuccio o le tute intere in lycra
- BRAND: il brand naturalmente è il marchio, la griffe il nome che identifica la casa di moda ed è molto utilizzato. Esiste anche il BRAND AMBASSADOR, che è il personaggio rappresentativo della filosofia e dell’immagine di un particolare marchio nel mondo.
- CACHE COEUR: una maglia, un maglioncino o una camicia ad incrocio che si annoda sul lato del busto o dietro la schiena e crea uno scollo a V.
- CAPSULE COLLECTION: è una “collezione nella collezione” ossia una serie di pochi capi spesso a tema e facilmente abbinabili fra di loro. Sta anche ad indicare una sempre proficua collaborazione del brand con una celebrità che “firma” una minicollezione a lei ispirata.
DALLA C … ALLA C!
- CHEAP: attenzione a questo termine, MAI essere cheap! Se ve lo sentite dire significa che il vostro abbigliamento è di scarso valore oppure peggio ancora che voi mancate di stile.
- CHUNKY: i tacchi o suole chunky sono grossi, robusti e gommosi e li possiamo trovare perlopiù nelle sneakers di ultimo grido.
- COLOR BLOCK: è uno stile che abbina tinte shock o fortemente contrastanti in “blocchi” ossia capi interi; per farvi un esempio si possono abbinare abito rosso e collant verdi, corpino fuchsia e gonna arancio … attenzione però agli abbinamenti troppo audaci o rischiate l’effetto Arlecchino!!!
- CROP TOP: capo semplicissimo ma difficile da portare e sicuramente non adatto a chi è sovrappeso o freddolosa. È il top corto, tagliato a diverse altezze sotto il seno o sopra l’ombelico, sia in versione estiva che invernale con i dolcevita..
- CUISSARDES: sono gli stivaloni ad altezza coscia per l’appunto “cuisse” in francese, disponibili in tantissime versioni, elasticizzati o da moschettiere, con tacco stiletto o rasoterra, basici o tempestati di swarovski. Perfetti per chi ha gambe lunghe ed affusolate. Famosissimi quelli di Chanel indossati da Anne Hathaway ne “Il Diavolo veste Prada”.
DALLA C ALLA F
- CUSTOM MADE: letteralmente significa personalizzato, fatto su misura, quindi unico. Molti brand hanno una sezione dedicata alla personalizzazione, che va dalla semplice applicazione delle vostre iniziali alla creazione di un vero e proprio modello vostro.
- CUT OUT: la definizione significa “ritagliare” ed infatti sono tutti quei capi che scoprono attraverso tagli netti e spesso geometrici alcune parti del corpo, più spesso pancia e schiena, in modo molto chic, strategico e mai volgare o troppo esagerato.
- DEVORE’: è un tessuto sottoposto a un trattamento chimico che lo corrode in parte e secondo un disegno prestabilito. Molto diffuso nei jeans.
- DRESS CODE: una specie di codice di abbigliamento, ossia le regole che definiscono cosa indossare e cosa no in ogni situazione, anche le più particolari. Molto usato in eventi di gala dove è obbligatorio vestirsi in un determinato modo spesso indicato nell’invito.
- EASY: letteralmente “facile” e usato nella moda per indicare tutti quei capi informali e comodi ed adatti al tempo libero.
- ENSEMBLE: un completo in due pezzi dello stesso tessuto come camicia e pantalone per esempio.
- FASHION ADDICTED: è, solitamente, un’esperta di moda, una vera appassionata che spessa finisce col trasformare questa passione in un lavoro diventando così personal shopper o stylist.
- FAUX FUR: per tutte le amanti degli animali come me sono le pellicce sintetiche che ormai sono fatte talmente bene da sembrare vere e che risparmiano così tante innocenti bestioline.
DALLA F ALLA J
- FITTING ROOM: la zona del negozio dove si trovano i camerini di prova.
- GARCONNE: look femminile composto da indumenti maschili come pantaloni e cravatte abbinato a capelli corti.
- GENDERLESS: letteralmente significa “senza genere”, una volta conosciuto come unisex, e identifica un tipo di abbigliamento portabile sia dagli uomini che dalle donne ma anche una libertà assoluta di indossare qualunque cosa senza vincoli di sesso.
- HAUTE COUTURE : è l’esatto contrario del ready to wear e rappresenta una linea sartoriale progettata e cucita per una clientela specifica.
- HIP HUGGERS: solitamente una gonna o un pantalone a vita bassa più aderenti in vita ma che vanno ad allargarsi verso la coscia.
- JUMPSUIT: sono le tute intere, che si infilano come un vestito. Ce ne sono da giorno e da sera, lunghe o corte, di jeans, di paillettes, di tessuto fantasia, fantastiche con cinture strizzate in vita e tacchi stiletto altissimi.

JUMPSUIT DKNY
DALLA K ALLA L
- KELLY: borsa di Hermès creata per la principessa Grace Kelly negli anni ’60, è diventata un termine che identifica quel particolare tipo di borsa.
- KITTEN HEELS: la traduzione corretta è “tacchi da gattina”, e sono quelle scarpe con tacco basso e sottile non più alto di 5 cm e punta affusolata. Sono nate per le adolescenti e sono diventate famose grazie a Audrey Hepburn. Sono comode, estremamente raffinate e glam.
- LAYERING: in inglese significa “stratificare” ed è lo stile creato con combinazioni, sovrapposizioni e giochi di fantasie e materiali. Ad esempio l’abito sottoveste indossato sopra la T-shirt è un layering.
- LETTERING: sono tutti quei capi o accessori che “comunicano” qualcosa attraverso l’uso di lettere, slogan, poesie, frasi motivazionali e anche provocazioni e dichiarazioni audaci. I più comuni sono le T-shirt, le felpe e le borse.
- LOAFER: altro termine con il quale si identificano i mocassini o le scarpe basse senza lacci.
- LOOKBOOK: presentazione di una una nuova collezione attraverso una raccolta di immagini pubblicata sui siti o a mezzo catalogo.
DALLA M ALLA P
- MASH UP: un mix di diversi stili, fantasie e epoche che crea un look molto particolare, ad esempio una t-shirt con scritte infilata in un gonnellone ampio a fiori e sopra un maxi cardigan college style.
- MATELASSE’: è il tessuto invernale trapuntato in modo che le cuciture formino dei quadrati o dei rombi.
- MOM JEANS: jeans stile anni ’80 con vita alta e gamba dritta stretta in fondo, non elasticizzati, tipo i classici 501 della Levi’s.
- MUST HAVE: sono quei capi che assolutamente non possono mancare nel vostro guardaroba se siete delle vere fashion addicted, come ad esempio il classico tubino nero, un sandalo tacco 12 o un fuolard griffato.
- ONE OF A KIND: pezzo unico, in edizione limitata, rarissimo e spesso proveniente da collezioni private messe all’asta dalle VIP.
- OUT OF STOCK: l’equivalente di SOLD OUT, e cioè finito, esaurito, uscito di produzione, e quindi che ve lo siete lasciato scappare!
- PAISLEY: tessuto di cotone che ha una fantasia orientaleggiante composta da “piume” o “gocce”.

CAMICIA IN SATIN FANTASIA PAISLEY
DALLA P ALLA S
- PLATFORM SHOES: sono le scarpe notevolmente rialzate grazie a suole elevate e plateau molto spessi.
- POP-UP SHOP: un Pop-Up Shop è un punto vendita temporaneo che la casa di moda usa per promuovere una collezione o un evento e può durare anche solo pochi giorni così come qualche settimana.
- READY TO WEAR: in francese si dice prêt-à-porter e significa qualsiasi capo di abbigliamento che non è realizzato su misura da un sarto. Più chiaramente sono tutti quegli abiti che trovate direttamente nei negozi in varie taglie e modelli.
- SABOT: zoccoli di legno e cuoio, ma più genericamente scarpe chiuse in punta ed aperte sul tallone, senza alcun cinturino, molto diffusi in estate.
- SEASONLESS: è la moda che non conosce stagione, come i vestitini leggeri che si indossano anche d’inverno, i sandali con le calze, insomma quei capi che vanno bene sempre.
- SEE THROUGH: alla lettera “guardare attraverso” e cioè quei tessuti che attraverso trasparenze di tulle, rete, pizzo o organza creano l’effetto vedo-non vedo su alcune parti del corpo, Molto sexy ed infatti molto usato nella lingerie.
DALLA S ALLA Z!
- SEERSUCKER: è un tessuto di cotone leggero con un pattern solitamente a righe, a volte a scacchi usato per i capi estivi e primaverili
- SILHOUETTE: si intende il profilo di un capo d’abbigliamento, ad esempio la silhouette di una gonna a palloncino deve essere rotonda, mentre una gonna a ruota ha un profilo più squadrato.
- SLEEP DRESS: la sottoveste in raso con bordi in pizzo e spalline sottili usata sia di giorno su T-shirt che la sera abbinata a sandali gioiello. Tinte consigliate il rosa cipria, l’avorio ed il beige.
- TOTAL LOOK: indica gli outfit coordinati dalla testa ai piedi, ad esempio tutto bianco o tutto nero, ma anche look tutti stampati nella stessa fantasia.
- TOTE BAG: borsa XL squadrata e con doppi manici, tipo la vecchia sporta della spesa, fatta per contenere di tutto, e proposta da tutte le principali griffe, insomma un altro must have.
- TROMPE L’OEIL: termine pittorico che viene usato anche nell’ambito della moda per indicare un’illusione ottica o una stampa surreale applicate ad un capo d’abbigliamento.
- UNDERSTATED: un modo di vestire apparentemente sottotono, ma in realtà uno stile snob che adotta look non troppo vistosi ma abbinati a capi o accessori di griffe non accessibili a tutti.
THE END!
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