Chi di voi conosce davvero la storia della Befana? Di lei sappiamo che è una vecchina vestita di stracci e con un gran nasone che arriva ogni 6 gennaio a bordo di una scopa volante con un sacco pieno di dolci per i bimbi buoni e di carbone per quelli cattivi. Ma vi siete mai chiesti da dove ha origine questa tradizione?
Ammetto di non averla conosciuta nemmeno io, così mi sono documentata un pò ed ecco che cosa ho scoperto!
LA STORIA DELLA BEFANA
La Befana arriva la notte del 6 gennaio e spazza via con la sua scopa volante gli ultimi giorni di festa. Con l’Epifania infatti si chiude il lungo periodo delle vacanze di Natale ed è con il suo arrivo che si fa il bilancio dell’anno appena concluso e si preparano i progetti per l’anno appena cominciato.
Questa tradizione si ritrova radicata in moltissimi popoli e nelle più svariate culture del passato. Addirittura, molto prima che Babbo Natale diventasse famoso anche in Italia, era la Befana a portare doni a bambini proprio il 6 gennaio per ricordare i Re Magi che portavano doni a Gesù.
Ma andiamo con ordine.
LE ORIGINI
Secondo i miti celti e i rituali pagani, la Befana arrivava alla fine dell’anno. La tradizione di portare doni è molto antica ed è, da un lato, di buon augurio per l’anno nuovo e, dall’altro, un modo per rappresentare un buon raccolto, determinante per la sopravvivenza della popolazione.
La leggenda è stata poi ereditata dagli Antichi Romani, che l’hanno portata sul nostro territorio e tramandata. I Romani credevano che nelle dodici notti dopo il solstizio invernale delle figure femminili volassero sui campi coltivati, per propiziare la fertilità dei futuri raccolti, da cui il mito della figura “volante”.
Altre credenze collegano la Befana a un’antica festa romana, che si svolgeva in inverno in onore di Giano e Strenia (da cui deriverebbe anche il termine “strenna”) e durante la quale ci si scambiavano doni. Altre ancora fanno risalire la Befana ad alcune figure mitologiche germaniche, come Holda e Berchta, sempre come una personificazione femminile della natura invernale.
A partire dal IV secolo d.C., la Chiesa di Roma cominciò a condannare tutti riti e le credenze pagane, definendole frutto di influenze sataniche. Infatti una delle rappresentazioni della Befana era l’attuale figura, il cui aspetto, benché benevolo, è molto simile a quella di una strega. E non a caso si rappresentava la Befana su una scopa volante, ritenuta strumento di stregonerie.
Dal Basso Medioevo in poi la figura della Befana fu ripulita da tutte le credenze pagane e con il tempo diventò quella che tutti noi oggi conosciamo, una vecchietta che sembra una strega, ma che in realtà è solo una dolce e affettuosa nonnina che vola con su una scopa e porta doni ai più piccini.
LA BEFANA TRA MITI, LEGGENDE E RELIGIONE
Una delle leggende che piacciono di più ai bambini racconta che i Re Magi stavano andando a Betlemme per rendere omaggio al Bambino Gesù. Giunti in prossimità di una casetta decisero di fermarsi per chiedere indicazioni sulla direzione da prendere.
Bussarono alla porta e si trovarono di fronte una vecchina.
I Re Magi le chiesero se sapeva la strada per andare a Betlemme perchè là era nato il Salvatore. La donna non seppe dare loro nessuna indicazione. Allora i Re Magi le chiesero di unirsi a loro, ma lei rifiutò dicendo che aveva molto lavoro da sbrigare.
Poco dopo però la vecchina se ne pentì e andò alla ricerca dei re Magi ma non riuscì a trovarli. Allora cominciò a cercare casa per casa ogni bambino per dargli un regalo nella speranza che fosse Gesù. Da allora ogni anno, la sera dell’ Epifania, la vecchina riprende la ricerca di Gesù e si ferma in ogni casa dove c’è un bambino per lasciare un regalo, se è stato buono, o del carbone, se invece ha fatto il cattivo.

Immagine del Museo del Figurino Storico di Calenzano
Una seconda leggenda narra invece che la Befana sia in realtà Madre Natura. Nella notte tra il 5 e il 6 gennaio appariva sotto forma di strega a bordo di una scopa: nei riti pagani stagionali si bruciava simbolicamente un ramo, per indicare la rinascita di una Natura giovane. Non a caso, ancora oggi in alcune parti d’Italia viene bruciato un fantoccio dalle sembianze di una strega, come portafortuna e per tenere lontana la malasorte.
LE CARATTERISTICHE DELLA BEFANA
Torniamo ai nostri giorni e conosciamo un pò meglio questa simpatica vecchina. Innanzitutto il nome “Befana” dovrebbe derivare dal greco “epifáneia“, che significa manifestazione divina o apparizione. La parola col passare del tempo è stata storpiata diventando prima “bifania”, poi “beffania” e infine quella che conosciamo oggi.
E’ rappresentata col viso grinzoso e pochi denti, un naso prominente e schiena ricurva. Indossa un gonnellone scuro ed ampio, un grembiule con le tasche, calzettoni pesanti e scarpe comode, un fazzoletto in testa e uno scialle o mantello tutto rattoppato. Il cappello a punta è una versione “stregonesca” più che altro commerciale.
Oggi sappiamo che il suo sacco è stracolmo di giocattoli, cioccolatini e caramelle ma anche carbone (dolce e commestibile) per i bimbi capricciosi. Sappiamo anche che passa dai camini e che riempie le calze lasciate appese dai bambini. Ma non è sempre stato così.
Nella società contadina e preindustriale, i doni consistevano in caramelle, dolcetti, noci e mandarini, insieme a dosi più o meno consistenti di cenere e carbone (questa volta veri), come punizione delle inevitabili marachelle dell’anno. La Befana rappresentava anche un’occasione per integrare il magro bilancio familiare. Molti infatti indossavano i suoi panni e passavano di casa in casa sperando di ricevere doni in natura in cambio di un augurio e di un sorriso.
Ai nostri giorni in alcune famiglie è usanza preparare per la vecchina un piatto con un mandarino o un’arancia e un bicchiere di vino ed il mattino successivo i bimbi troveranno il pasto consumato e l’impronta della mano della Befana sulla cenere sparsa nel piatto.
LE USANZE IN ITALIA
Ogni regione d’Italia ha le sue usanze e tradizioni per celebrare la giornata. Il rito della calza, da appendere al camino è sicuramente quello più diffuso in tutto il Paese, ma non mancano anche eventi e feste e chiaramente ci sono diversi piatti tipici, che si è soliti cucinare in questo giorno
Ad esempio in Friuli Venezia Giulia si organizza il Panevin o Pignarul, che è il falò: il fuoco è un modo per attrarre la sorte positiva, perché le fiamme simboleggiano la forza del nuovo che avanza e che brucia il vecchio per farsi spazio.
La direzione del fumo diventa il modo per scoprire l’andamento del nuovo anno, se sarà fortunato o meno. Le faville devono essere alte, per questo i contadini smuovono il fuoco usando una forca.

Il Panevin o Pignarul (Foto Internet)
Per un’altra usanza bisogna spostarsi in Veneto, e precisamente a Venezia. La città ospita ogni anno la tradizionale Regata della Befana: lungo il Canal Grande sfila un corteo di barche con a bordo persone travestite da Babbo Natale e da Befana.
Il Raduno Nazionale delle Befane e dei Befani si svolge invece a Fornovo Taro, in provincia di Parma. La città per l’occasione si riempie di centinaia di persone in costume e tra canti e balli si eleggono Madame Befana e Monsieur Befano.
I CIBI TRADIZIONALI ITALIANI PER L’EPIFANIA
Sono i dolci i cibi protagonisti di questa giornata. Non solo quelli che i bambini trovano nelle calze, ma anche quelli cucinati secondo la tradizione locale. Ad esempio la “fugassa d’la Befana” è tipica del Piemonte ed è una focaccia arricchita con canditi e uvetta, molto aromatica, all’interno della quale viene nascosta una moneta.
I cosiddetti “befanini” sono frollini della cucina toscana, amatissimi soprattutto dai più piccoli, perché ricoperti di zuccherini colorati. I “pepatelli” invece si preparano nel sud Italia: sono biscotti a base di miele, mandorle e scorza d’arancia arricchiti dal pepe, che conferisce loro un sapore particolarmente speziato.
In Puglia si preparano le “pettole”, piccole nuvole di pasta lievitata e fritta, che possono essere dolci, accompagnate da miele o zucchero, ma anche salate, con ripieno di olive nere e verdi, di olive e acciughe e di olive e baccalà.
La “pinsa de la marantega”, è il dolce tipico della Festa della Befana a Venezia: infatti “marantega” significa proprio Befana. Si tratta di un pane dolce poco lievitato con farina bianca e gialla, uvetta, grappa, fichi secchi, pinoli e arancia candita.
E non dimentichiamo il carbone dolce, che richiama i falò che venivano costruiti per il rito pagano legato al rinnovamento della terra. Inizialmente veniva inserito nella calza solo per ricordarsi della tradizione. Solo successivamente ha assunto il significato attuale di “castigo” per i bambini che si sono comportati male l’anno precedente.
Cliccate sull’immagine per imparare la ricetta dei “befanini”!
LE USANZE NEL MONDO
La Befana è più conosciuta in Italia che nel resto del mondo, ma ci sono altri paesi che la festeggiano comunque e che hanno anche piatti tipici dell’Epifania.
Francia
Nel giorno dell’Epifania si usa fare un dolce speciale, la Galette des Rois, una galletta di pasta sfoglia francese ripiena di marmellata ma anche di crema frangipane o frutta. Per tradizione, al suo interno si nasconde una piccola fève, una fava, in segno di fortuna. Chi la trova diventa per quel giorno il re o la regina della festa. Oggi si può usare anche un piccolo oggettino o frutta secca.
Islanda
Il 6 gennaio viene chiamato il tredicesimo, perchè da Natale fino a questa data trascorrono 13 giorni. I festeggiamenti iniziano con una fiaccolata, alla quale partecipano anche il re e la regina degli elfi. Tutto finisce con un falò e fuochi d’artificio.
Spagna
La sera del 5 gennaio i bambini attendono i doni dei Re Magi e mettono davanti alla porta un bicchier d’acqua per i cammelli assetati e anche qualcosa da mangiare e una scarpa. In molte città si tiene un corteo durante il quale i Re Magi sfilano per le vie su dei carri riccamente decorati. Il Roscòn de Reyes è la tradizionale ciambella soffice dei Re Magi decorata con frutta candita.
Grecia
In Grecia si prepara la vasilopita, un dolce tradizionale simile alla focaccia piemontese perché, anche in questo caso, al suo interno viene inserita una moneta in segno di portafortuna. L’impasto è molto semplice, simile al pan brioches e arricchito dalla presenza di mandorle e semi di sesamo.
Svizzera
Il dolce della Befana tipico in Svizzera è il dreikönigskuchen, un pan brioches molto particolare perché realizzato da tante diverse “palline” assemblate insieme. Anche al suo interno viene inserito un piccolo regalino, un oggettino o una moneta. Spesso viene servito con una coroncina nella sua sommità.
Ungheria e Russia
In Ungheria i bambini si vestono da Re Magi e poi vanno di casa in casa portandosi dietro un presepe e in cambio ricevono qualche soldo. Per quanto riguarda la Russia, molti parlano di una vecchina, chiamata “Babuschka”, che, accompagnerebbe Papà Gelo o Papà Inverno, distribuendo regali a tutti i bambini.
Fonti: FANPAGE.IT – VENEZIAEVENTI – GREENME
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