L’argomento del mio nuovo articolo è il microbioma cutaneo, che a molti di voi dirà poco o nulla. Negli ultimi anni la parola microbioma è diventata un trend non solo in nutrizione, ma anche in cosmetica.
Si parla del “mondo invisibile” che vive sulla nostra pelle: miliardi di batteri buoni, lieviti e microrganismi che lavorano in silenzio per proteggerci, mantenerci idratati e rafforzare la barriera cutanea. Ma cosa succede dopo i 50 anni? Esaminiamolo insieme.
MICROBIOMA CUTANEO, IL POTERE DELLA PELLE
Un alleato invisibile
Quando pensiamo alla pelle, ci viene in mente un “involucro” da idratare, proteggere e truccare. In realtà, la pelle è un ecosistema vivo e complesso, popolato da miliardi di microrganismi: batteri buoni, lieviti, funghi e virus che convivono in equilibrio e svolgono funzioni fondamentali. Questo insieme prende il nome di microbioma cutaneo.
Lontano dall’essere un “nemico”, il microbioma è un alleato silenzioso della nostra bellezza e del nostro benessere. Ecco cosa fa ogni giorno per noi:
- Difesa naturale 🛡️
I microrganismi buoni agiscono come guardiani: impediscono la proliferazione di batteri patogeni e rafforzano la barriera cutanea. - Equilibrio del pH ⚖️
Mantengono stabile l’ambiente della pelle, evitando eccessi di secchezza o oleosità. - Comunicazione con il sistema immunitario 📡
Stimolano le difese naturali, aiutando la pelle a reagire meglio a stress ambientali, irritazioni e aggressioni esterne. - Bellezza visibile ✨
Una pelle con microbioma in equilibrio appare più luminosa, elastica e uniforme.
Possiamo immaginare il microbioma come un giardino segreto: se lo curiamo con attenzione, fiorisce e restituisce salute e bellezza. Se invece lo trascuriamo o lo aggrediamo con detergenti troppo forti e abitudini sbagliate, si indebolisce e lascia spazio a irritazioni, sensibilità e invecchiamento precoce.
Dopo i 50 anni: cosa cambia davvero?
Con l’avanzare dell’età, e per molte donne, con l’arrivo della menopausa, la pelle vive una serie di trasformazioni che riguardano struttura, barriera cutanea, pH, sebo, immunità e quindi anche il microbioma. Capire questi cambiamenti aiuta a scegliere i gesti da compiere per aiutare la nostra pelle in questo percorso di cambiamento e i prodotti più intelligenti e validi da usare.
1. Meno sebo, lipidi diversi → ecosistema più “affamato”
La produzione di sebo si riduce e cambiano i lipidi di superficie (ceramidi, colesterolo, acidi grassi). Il principale effetto sul microbioma consiste nel fatto che i batteri “amici” che amano l’ambiente lipidico hanno meno nutrimento, mentre alcune specie “opportuniste” proliferano con più facilità.
I segnali visibili sono la pelle più secca e che “tira”, il make-up che ha la tendenza a marcare ed una maggiore sensibilità della pelle in generale. L’aiuto migliore viene da detergenti ultra-delicati, creme con ceramidi ed acidi grassi ed oli leggeri a fine routine, mentre vanno evitati prodotti a base alcolica e sgrassanti aggressivi.

2. Barriera più fragile e pelle più sottile
Il turnover cellulare rallenta, la matrice dermica (collagene/elastina) si impoverisce e lo strato corneo trattiene meno acqua. Questo si traduce in una barriera meno “sigillata” che rende l’ecosistema meno stabile e più reattivo agli stress (vento, freddo, detergenti).
La vostra pelle presenterà più frequentemente arrossamenti, pizzicori e tendenza a micro-irritazioni. Per aiutarla potrete utilizzare una forma di “idratazione a tre vie”, composta da umettanti come acido ialuronico e glicerina, emollienti e niacinamide per rinforzare la barriera ed esfoliazioni molto moderate (enzimatiche o PHA).
3. pH più alto → terreno meno protettivo
Il famoso “mantello acido”, quello strato protettivo superficiale della pelle leggermente acido, composto da acqua, sebo e sudore, che favorisce la proliferazione di microrganismi benefici, tende a spostarsi verso il neutro, aumentando così la probabilità di squilibri e sensibilità.
La pelle si arrossa facilmente e molti prodotti utilizzati, anche quelli che fino a quel momento non avevano dato nessun fastidio, cominceranno a “bruciare”. Scegliere dunque prodotti pH-balanced (circa 5–5,5), evitate saponi alcalini e inserite tonici leggermente acidi nella vostra beauty routine.
4. Estrogeni in calo → meno “segnali di benessere” alla pelle
La riduzione degli estrogeni tipica soprattutto della menopausa influisce su idratazione, spessore ed elasticità e sulla sintesi della barriera lipidica. Una pelle meno idratata e meno lipidica è un ospite più “instabile”: la comunità microbica presente fa più fatica a mantenere l’armonia. Le conseguenze più evidenti sono la perdita di luminosità, le rughe più profonde ed una sensazione di pelle “stanca”, opaca e dal colorito spento.
Come aiutare in questo frangente? Con una routine costante a base di peptidi, antiossidanti (C, E, coenzima Q10) e fitormoni (ad esempio gli isoflavoni da soia) e facendo molta attenzione anche all’alimentazione, che dovrà contenere Omega-3 e proteine di qualità.

Le noci contengono Omega 3
5. Immuno-aging e “inflammaging”
L’immuno-aging è un processo di declino delle funzioni del sistema immunitario legato all’età, mentre l’inflammaging è un’infiammazione cronica di basso grado e senza sintomi evidenti che contribuisce allo sviluppo di disturbi e malattie legati anch’essi all’età, tra cui banalmente lo stress ossidativo e l’accumulo adiposo. Anche le difese cutanee di conseguenza diventano meno reattive.
L’ecosistema dell’epidermide diventa più vulnerabile a stress e sbalzi (clima, inquinamento, strofinamenti), ed i segnali più visibili sono gli arrossamenti ricorrenti ed i tempi di recupero più lunghi dopo irritazioni generiche o trattamenti che hanno generato un fenomeno irritativo. Sarà utile inserire nella skincare routine prodotti calmanti a base di pantenolo, bisabololo e centella, pre-/pro-/postbiotici topici e protezione solare quotidiana.
6. Fotodanneggiamento cumulativo e glicazione
Il fotodanneggiamento cumulativo è l’accumulo progressivo di danni al DNA e alle strutture della pelle causati dai raggi del sole o dalle lampade abbronzanti. Questo danno si accumula nel tempo, portando all’invecchiamento precoce della pelle, e ad esso si aggiunge la glicazione, una particolare reazione chimica spontanea che altera la produzione di collagene ed elastina. Compaiono macchie, la grana della pelle diventa irregolare ed il tono spento.
Una buona protezione solare con SPF 30–50 ogni giorno aiuta sicuramente a prevenire e rallentare questi fenomeni, unitamente ad antiossidanti mattina e sera e cosmetici con acido azelaico o derivati della vitamina C per il trattamento specifico delle discromie.
Segnali che indicano uno squilibrio del microbioma cutaneo
Il microbioma cutaneo è come un piccolo ecosistema: quando le specie di microrganismi che lo abitano sono in armonia, la pelle appare luminosa, compatta e sana. Ma se questo equilibrio si rompe la pelle inizia a mandare messaggi chiari, e ve ne ho già accennato nel paragrafo precedente. Riassumiamo dunque i campanelli di allarme più comuni.
- Pelle che tira dopo la detersione
Il film idrolipidico è compromesso e la pelle perde acqua troppo in fretta. La barriera cutanea risulta indebolita ed il microbioma impoverito.
Cosa fare: scegliete detergenti a pH fisiologico (5–5,5), riducete i lavaggi troppo frequenti, applicate subito dopo il risciacquo un tonico o un’essenza idratante.
- Rossori ricorrenti o improvvisi
La pelle reagisce in modo eccessivo a stimoli banali (freddo, vento, cosmetici) perchè è presente uno squilibrio tra microbi buoni e potenzialmente patogeni, che provoca aumento della sensibilità.
Cosa fare: inserite nella skincare routine attivi lenitivi (niacinamide, pantenolo, centella asiatica), evitate scrub aggressivi, riducete l’uso di cosmetici a base di alcol.
- Sensazione di bruciore o pizzicore dopo i prodotti
Accade perchè il microbioma è stressato e la barriera cutanea è danneggiata e gli ingredienti penetrano troppo in profondità o irritano i nervi cutanei.
Cosa fare: sospendete per qualche giorno gli attivi forti (retinolo, acidi esfolianti) e privilegiate creme ricostituenti con ceramidi e lipidi finchè i fenomeni fastidiosi non saranno scomparsi o almeno fortemente diminuiti.
- Secchezza diffusa o desquamazioni
Le cellule morte si staccano irregolarmente, mentre la pelle non riesce più a trattenere acqua e lipidi e questo accade perchè è presente una perdita di diversità microbica e la barriera lipidica è povera.
Cosa fare: adottate una routine ricca di idratanti multilivello (acido ialuronico, glicerina, oli vegetali), usate maschere emollienti almeno una volta a settimana ed abbandonate i detergenti schiumogeni.
- Episodi di acne tardiva o imperfezioni inusuali
Un microbioma squilibrato o comunque alterato non riesce più a controllare gli agenti patogeni e favorisce la proliferazione di specie batteriche meno benefiche (come Cutibacterium acnes) e questo può provocare la comparsa di acne e/o imperfezioni cutanee similari anche in tarda età.
Cosa fare: occorre adottare una skincare riequilibrante con zinco ed acido azelaico e cosmetici con pre-/pro-/postbiotici, evitando trattamenti aggressivi che possono peggiorare questo squilibrio le sue conseguenze.
- Recupero lento dalle irritazioni
Il sistema immunitario cutaneo è meno efficiente e il microbioma non riesce a “calmare” le eventuali infiammazioni, e questo è un chiaro segnale di immuno-aging e indebolimento della barriera microbica.
Cosa fare: utilizzate prodotti con antiossidanti (vitamina C, E, coenzima Q10) e lenitivi e probiotici topici.
“Test del microbioma” da fare a casa
Chiedetevi:
- La mia pelle tira spesso dopo il lavaggio?
- Ho rossori o bruciori frequenti?
- Mi capita di avere zone che si desquamano?
- Piccoli brufoli o impurità compaiono senza motivo apparente?
- Le irritazioni impiegano molto a scomparire?
👉 Se avete risposto SI’ a due o più domande, il vostro microbioma potrebbe essere in difficoltà: è il momento di semplificare la routine, proteggere la barriera cutanea e inserire attivi riequilibranti.
In sintesi, dopo i 50 anni la pelle cambia “linguaggio”: ha bisogno di più lipidi buoni, pH curato, idratazione strategica e attivi pro-barriera, così il microbioma può tornare a fare il suo mestiere: proteggere, calmare ed illuminare. Le nuove formulazioni cosmetiche non promettono più di cancellare le rughe, ma di riportare armonia sulla pelle. Il concetto corretto non è “anti-age” ma “pro-salute cutanea”: mantenere la pelle viva, equilibrata e luminosa, indipendentemente dall’età.





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